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di Ludovica Manusardi Carlesi

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Dal 1609 l'osservazione delle stelle e dei corpi celesti ha fatto un enorme salto sostanziale passando ad analisi scientifica seria. Il merito è di Galileo che con opportune modifiche e con un uso innovativo del cannocchiale, ha fondato un nuovo modo di procedere nell'astronomia unendo la teoria alla verifica sperimentale. Non stupisce quindi che il 2009 venga celebrato con enfasi in tutto il mondo. Il 15 gennaio scorso i radiotelescopi di Australia, Cina e Giappone hanno lanciato una maratona astronomica globale di 33 ore per inseguire tre quasars, galassie lontanissime che emettono una grande quantità di energia, in una corsa che ha coinvolto 17 telescopi e 28 network per una raccolta dati mondiale che un supercomputer trasformerà in immagini ad altissima risoluzione mai ottenute prima d'ora.
Ma è di pochi giorni fa la notizia che Fermi, il satellite realizzato dalla Nasa con un importante contributo italiano coordinato dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), in collaborazione con Istituto nazionale di fisica nucleare e Istituto nazionale di astrofisica, ha scoperto 12 nuove pulsar che emettono solo radiazione di alta energia, testimonianza fondamentale per capire quello che succede in questi enormi bracieri stellari. La novità fornita dal satellite Fermi non è solo la conferma dell'esistenza di pulsar a emissione radio, ma la scoperta di numerose stelle di neutroni, vere e proprie macchine acceleratrici cosmiche, responsabili nascoste delle misteriose sorgenti di potenti raggi gamma, i gamma burst.

Inoltre dal settembre 2008 è attivo alle Canarie Magic, – progetto che coinvolge oltre alla Spagna e alla Germania, l'Italia con Inaf e Infn – il più grande telescopio per raggi gamma, capace di rivelare segnali provenienti da un quasar lontano sei miliardi di anni luce, distanza pari a metà del raggio dell'universo. Il fatto più interessante è che i dati forniti da Magic non concordano a pieno con quelli provenienti dal telescopio satellitare Hubble; in particolare la luce del fondo dell'universo, che è poi quella data dalle stelle, è la minima compatibile con le misure effettuate. Questa discordanza potrebbe porre interrogativi nuovi sia sulla struttura dell'universo, sia su nuovi meccanismi di propagazione della luce.
Insomma il nostro Paese si posiziona con notevole rilievo nel panorama mondiale per studi, missioni spaziali, e soprattutto per la grande e fertile collaborazione tra ricerca fondamentale, ricerca applicata e industria.
Cassini, Beppo Sax, Very Large Telescope, Hubble, Galileo sono solo alcuni dei nomi ricorrenti che testimoniano in maniera diretta il grande impegno della ricerca italiana nell'astronomia e nelle telecomunicazioni, campi nei quali abbiamo sempre avuto molto da dire, e con riconosciuta autorevolezza. Così come Carlo Gavazzi Space, Media Lario, Laben Thales Alenia Space (67% Thales e 33% Finmeccanica) sono da tempo all'avanguardia nel campo della industria spaziale europea e anche nel settore della sensoristica e dei rivelatori.

Proprio Thales Alenia Space, oltre ad avere fornito in passato sonde e strumenti sofisticati alle più note spedizioni europee (basta un solo nome: la sonda Rosetta, lanciata nel 2004, prima missione progettata per atterrare su una cometa che verrà raggiunta nel 2014), è primo contraente nella missione dell'Esa che nel prossimo aprile lancerà i due satelliti osservatori dello spazio profondo – Herschel e Planck – costruiti per l'appunto dall'industria franco-italiana, due laboratori spaziali super specializzati. Il primo, un grande telescopio orbitante, avrà lo scopo di studiare e capire come si sono formate ed evolute le prime stelle e galassie; il secondo, grazie a un'analisi sofisticata della prima luce che ha riempito il cosmo dopo il Big Bang, consentirà di capire l'origine e l'evoluzione dell'universo.
Sempre Thales Alenia Space fornirà 25 antenne per l'apparato di radioastronomia di Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), uno dei più grandi complessi di astronomia terrestre in corso di sviluppo da parte dell'Eso (Osservatorio del Sud Europa) ed è già all'opera per il prossimo progetto europeo, l'affascinante Exo Mars, nuova missione spaziale per andare a prelevare campioni sul pianeta rosso.

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